Documento 2020 : introduzione

QUALI SFIDE E QUALE FUTURO PER I CONTRATTI DI FIUME ITALIANI?

“Documento di discussione” del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume

In occasione dell’Assemblea 2020, a due anni dall’XI° incontro nazionale del Tavolo del 05/02/2018, all’interno della comunità dei Contratti di Fiume (CdF) si fa sentire sempre più forte la necessità di fare il punto sullo sviluppo di questo strumento in Italia e sulle sfide che abbiamo ancora davanti.
Il documento che segue, è una proposta di discussione, nata all’interno del Comitato di Pilotaggio del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume (TNCdF) rinnovato nel 2019, un documento da portare sui territori, da completare, integrare, da far proprio su base regionale e poi facendo sintesi, da far conoscere e diffondere. A partire dalla consapevolezza dei risultati raggiunti fino ad oggi, dobbiamo rafforzare la nostra azione per un miglioramento duraturo della gestione dei bacini fluviali riconoscendo alle comunità locali e alla partecipazione un ruolo fondamentale e ineludibile. Il Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume è un’agorà pubblica ed aperta che porta avanti, ormai da oltre dieci anni, proposte ed iniziative per una gestione partecipata e sostenibile dei bacini fluviali in tutte le regioni italiane. La comunità che si concentra volontariamente intorno a questa iniziativa è poco incline a riconoscersi in percorsi cristallizzati nelle forme classiche delle strutture associative. È difficile spiegare cosa rappresenta il Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume, poiché costituisce una esperienza destinata ad essere piuttosto singolare nel panorama italiano, se non unica: Ministeri, Autorità di bacino, Regioni, Comuni, Università, Associazioni, ma anche singole Comunità locali, Professionisti, Imprenditori e Cittadini collaborano tra di loro in maniera informale ed operativa, spontanea e volontaria, perseguendo l’obiettivo comune delle tutela e valorizzazione dell’acqua e dei suoi territori. Il Tavolo ha contribuito a portare avanti una rivoluzione culturale e «pedagogica» in un paese «distratto» che da anni ignorava i propri fiumi, tranne che durante le alluvioni o i disastri inquinologici, infatti grazie ad un lavoro capillare, in tutte le regioni si è progressivamente tornati a parlare di responsabilità, prevenzione, manutenzione e del ruolo attivo delle comunità locali.

Nel 2007, quando il Tavolo Nazionale dei CdF si insedia (ad Umbertide sul fiume Tevere) come gruppo di lavoro del Coordinamento delle Agende 21 Italiane, i Contratti di Fiume si limitavano ancora a poche esperienze e buone pratiche localizzate per lo più nelle regioni del nord Italia, tra Lombardia e Piemonte. L’evoluzione di questo fenomeno, anche grazie al nostro apporto, è reso evidente nei censimenti che abbiamo condotto nel 2012 e nel 2017. Al 2012 risultavano attivi in Italia 57 processi di CdF che nel 2017 passavano a 198. La grande maggioranza dei CdF risultava in fase di avvio con 98 processi nelle fasi preliminari, 88 invece quelli formalmente attivati e/o in fase di preparazione, infine 12 quelli giunti alla sottoscrizione e/o in fase di realizzazione del Programma d’Azione. A fine 2020 inizio 2021 ci si aspetta una forte spinta all’implementazione dei Programmi d’Azione dei CdF, arrivando molto vicini all’obiettivo di 50 CdF sottoscritti ed in fase di attuazione.

A dare forza alla nostra azione è un altro risultato altrettanto importante: l’opera di sensibilizzazione su scala nazionale che attraverso i CdF è stata fatta verso una maggiore e migliore cultura dell’acqua e dell’ambiente (si pensi ad esempio all’iniziativa #CdFPlasticFree di Regione Lazio ed alle numerose iniziative intraprese con le scuole e per le giovani generazioni di Regione Piemonte). A cui si aggiunge la campagna del Tavolo Nazionale #iContrattidiFiumedeiBambiniedelleBambine destinata a portare alla scala dei ragazzi una visione di futuro, da costruire insieme, per i nostri fiumi. L’impatto del lavoro condotto attraverso i CdF è ancora difficile da quantificare, ma le migliaia di iniziative, eventi, assemblee e incontri partecipativi che si sono svolti e si stanno svolgendo in tutta Italia sono certamente un importante indicatore.

Tra gli obiettivi perseguiti a partire dal 2007 vi è stato, inoltre, quello di creare un collegamento tra CdF ed Autorità di Distretto idrografico italiane, un’azione che ha dato i suoi frutti, contribuendo al miglioramento della partecipazione e del coinvolgimento del pubblico nei Piani di Gestione, nello spirito della Direttiva 2000/60/CE. Si tratta di un risultato positivo riconosciuto dalla Commissione UE (anche se non si fa riferimento esplicito ai CdF) nella valutazione del secondo ciclo (26/02/2019) dei Piani di Gestione dei Bacini Idrografici italiani, rispetto al precedente nel quale la partecipazione era stata considerata una criticità. Nel raggiungimento di questi risultati è stata certamente determinante l’azione sinergica condotta con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) fin dall’avvio del Tavolo. È importante rilevare a questo proposito l’esigenza, emersa a fine 2015, di creare “…una reale interfaccia, ai fini di un confronto e mutuo arricchimento nei contenuti, tra l’azione locale, di dettaglio e partecipata, e la pianificazione/programmazione di scala di distretto/bacino idrografico e regionale”. La creazione, cioè di un raccordo sempre più stabile tra il livello centrale, i Distretti Idrografici, le Regioni e il mondo dei CdF. Nel 2017 viene istituito, presso il MATTM, l’Osservatorio Nazionale dei Contratti di Fiume (ONCdF) previsto nella Linea di intervento “L6: Rafforzamento della politica integrata delle risorse idriche – Work Package 2: Gestione integrata e partecipata dei bacini/sottobacini idrografici” del Progetto CReIAMO PA1. L’ONCdF prevede tra i suoi organismi, un Comitato di Indirizzo al quale il Tavolo Nazionale dei CdF ha dato il suo contributo fin dall’inizio. L’evento di lancio dell’ONCdF si è tenuto a Roma il 5 febbraio 2018 presso la Camera dei Deputati, Aula dei Gruppi Parlamentari, in concomitanza con l’XI Incontro Nazionale del Tavolo e del Premio Nazionale ad esso collegato.

L’attuazione delle politiche pubbliche di gestione delle acque e del rischio idrogeologico, può trarre beneficio dalla presenza dei CdF in termini di territorializzazione e miglioramento della propria efficacia, avvalendosi di una migliore governance e dell’impegno diretto della collettività. Ma perché questo ciclo si compia pienamente, alle politiche pubbliche è richiesto di sostenere in maniera convinta i CdF e di favorirne la piena attuazione. Il documento che vogliamo avviare alla discussione, contiene 7 spunti di riflessione le “7 sfide” che dovremo affrontare se vogliamo contribuire in maniera efficace e duratura, attraverso i CdF, alle politiche dell’acqua.

Nel momento in cui un CdF giunge alla stesura del Programma d’Azione e alla sottoscrizione dell’Atto d’Impegno deve poter essere in grado di dare un valore effettivo alle decisioni assunte, affinché tutte le forze coinvolte concorrano alla sua attuazione e monitoraggio nel tempo.